Matteo 27:40

35 Versetti 35-44

Era consuetudine far vergognare i malfattori con una scritta che notificasse il crimine per cui avevano sofferto. Così ne misero una sul capo di Cristo. Questo era stato pensato per il suo biasimo, ma Dio lo annullò a tal punto che persino la sua accusa andò a suo onore. Furono crocifissi con lui, nello stesso momento, due briganti. Egli fu, alla sua morte, annoverato tra i trasgressori, affinché noi, alla nostra morte, fossimo annoverati tra i santi. Vengono qui riportati gli scherni e le derisioni che ricevette. I nemici di Cristo si sforzano di far credere agli altri ciò che della religione e del popolo di Dio sanno essere falso. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani rimproverano a Gesù di essere il re d'Israele. A molti il re d'Israele potrebbe piacere abbastanza, se solo scendesse dalla croce; se solo potessero avere il suo regno senza la tribolazione attraverso la quale devono entrarvi. Ma se non c'è croce, non c'è Cristo, non c'è corona. Coloro che vogliono regnare con lui, devono essere disposti a soffrire con lui. Così il nostro Signore Gesù, essendosi impegnato a soddisfare la giustizia di Dio, lo fece sottoponendosi al castigo del peggiore degli uomini. E in ogni minimo particolare registrato sulle sofferenze di Cristo, troviamo adempiuta qualche predizione dei Profeti o dei Salmi.

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